Rivista digitale di Cassa Edile di Milano edilizia economia diritto tecnica
N 3/20 febbraio
Commissione Nazionale per le Casse Edili
Francesco Sannino, Vice Presidente CNCE

Il modello bilaterale italiano nel panorama europeo

I punti chiave dell'intervento

Francesco Sannino, Vice Presidente CNCE

“Il nostro sistema bilaterale ha dimostrato come la regolarità, la sicurezza e la formazione siano le chiavi per un’innovazione di qualità”


La bilateralità può considerarsi, a tutti gli effetti, una prassi, un valore in nome del quale le Parti Sociali individuano e concordano i temi che ritengono di comune interesse e per le quali trovano opportuno, oltre che vantaggioso, operare congiuntamente. E, se la bilateralità è progettazione condivisa, regolazione del confronto, che si sostanzia in servizi e prestazioni, in uno spazio comune di azione che non esclude la naturale dialettica tra le parti, allora vanno anche respinte tutte le banalizzazioni, da parte di chi vorrebbe rappresentare gli enti come meri erogatori di semplici servizi o, ancora più grave, come un costo elevato e svantaggioso per le imprese.

In edilizia, la bilateralità è un’esperienza centenaria, come attesta l’anniversario della costituzione della prima Cassa edile a Milano nel 1919. Allora prevaleva la logica mutualistica. Poi, con il tempo, si è trasformata e si è arricchita di nuove funzioni. Il sistema si è andato articolando fino a ottenere, negli ultimi anni, il riconoscimento da parte del legislatore su fronti nevralgici, come quello della sicurezza, della regolarità contributiva e del lavoro. Un riconoscimento di certificazione della legalità. Ed è proprio su questo punto che ritengo vi siano ampi spazi a disposizione. Penso al tema della congruità, che può costituire, forti dell’esperienza nell’area che nel 2016 fu colpita dal sisma, un passo avanti decisivo sul piano della regolarità e della trasparenza, ma anche uno strumento di lotta all’irregolarità competitiva. Viviamo una fase storica caratterizzata dal forte indebolimento del valore del lavoro, complice la profonda crisi che si riflette sul piano dei livelli occupazionali, in un sempre elevato rischio d’illegalità e, soprattutto, in una carenza e in un peggioramento della situazione per quanto riguarda le tutele dei lavoratori. […]

Oggi il nostro sistema bilaterale paritetico, con la sua importante storia e alla luce delle recenti novità contrattuali, grazie alle quali sono state stabilite le soluzioni necessarie a mettere in sicurezza il sistema e a rilanciarlo verso le grandi trasformazioni che stanno caratterizzando il mercato edile, può proseguire e migliorare l’impegno e i servizi a favore delle imprese e dei lavoratori. […] Ora viene la parte più difficile d’affrontare, quella che potremmo definire della responsabilità, vale a dire, la gestione e l’attuazione degli accordi.

Gli obiettivi sono chiari: garantire un’occupazione regolare e di qualità; favorire una sempre migliore interazione tra domanda e offerta di lavoro; utilizzare competenze, norme e strumenti per poter certificare la regolarità e la qualità del lavoro edile. È compito delle Parti Sociali garantire condizioni di lavoro migliori e una gestione dei cantieri in grado di facilitare l’organizzazione produttiva delle imprese, porsi delle domande, come, ad esempio, quella di quale formazione e di quale ruolo debba avere il nostro sistema rispetto al tema delle competenze. […]

In Europa siamo un punto di riferimento sullo sviluppo del modello bilaterale, soprattutto perché ci è riconosciuta la capacità di dialogo e di confronto su temi d’interesse comune, che oggi devono trovare modalità di integrazione nell’ambito del mercato del lavoro europeo. Un dialogo che nasce dalla necessità di disporre, e quindi di realizzare, un adeguato quadro legislativo europeo. […]

Un tema centrale, che riguarda il mercato italiano e quello europeo, è il dumping sociale e contrattuale […] sul quale siamo tutti impegnati per garantire ai lavoratori europei il principio della libera circolazione ed anche un reale distacco, capace di assicurare, pari tutele normative e salari nei diversi Stati. È importante dare risposte per il semplice motivo che i lavoratori distaccati in Europa nel 2016 sono stati oltre 2 milioni, il 41,6% dei quali avvenuti nel settore delle costruzioni, ma, soprattutto, perché sappiamo bene che dietro questa realtà del mercato del lavoro europeo si celano imprese senza scrupoli che fanno dumping, falsi lavoratori autonomi, ma anche società fittizie, create in Paesi di comodo per distaccare i lavoratori in altre realtà senza una retribuzione adeguata e protezione sociale.

Su questo fronte l’impegno della CNCE e degli altri sistemi europei gemelli per lo sviluppo di buone pratiche parte da lontano.

Le convenzioni bilaterali sottoscritte dalla CNCE con SOKA-BAU per la Germania, BUAK per l’Austria e UCF per la Francia, nascono tutte da una metodologia di confronto che è partita non solo dall’esigenza di tutelare le imprese del proprio Paese, che distaccano lavoratori presso altre Nazioni, ma per quella di confrontare in particolare l’omogeneità contrattuale e del costo del lavoro esistente tra i vari Paesi. […] Vorremmo rilevare che non si è trattato unicamente di un’intesa tecnica, ma la firma della convenzione è un atto politico sottoscritto dalle Parti Sociali, attraverso la CNCE nel nostro Paese, assecondando una linea delle Federazioni italiane e Federazioni sindacali Europee, la FIEC e FETBB, che hanno sempre sostenuto il confronto, il dialogo sociale e la possibilità che anche attraverso gli enti bilaterali fosse possibile intessere una rete di rapporti nel mondo delle costruzioni nei vari Paesi Europei. Oggi questa rete è un pezzo di Europa, che ha in comune un osservatorio sulla mobilità dei lavoratori, l’esigenza di darsi norme reciproche sul distacco e un terreno omogeneo di tutele contrattuali, di norme legislative, di copertura dello stato sociale per i lavoratori. […]

Invitiamo le Parti Sociali ad una riflessione ponendo questa domanda: perché non provare a immaginare la creazione di una Tessera Professionale delle Costruzioni Europea? Una carta identificativa per consentire il riconoscimento professionale del lavoratore, le sue competenze e il suo curriculum. Superare persino l’annoso problema del riconoscimento dei crediti per i corsi svolti in altro Paese. Un tema, quest’ultimo, che potrebbe essere combattuto grazie a questo strumento, per arrivare a dare un importante impulso all’apprendistato formativo sul suolo europeo.

Il nostro sistema bilaterale ha dimostrato come la regolarità, la sicurezza e la formazione siano le chiavi per un’innovazione di qualità. È lo stesso mercato che richiede un nostro intervento, volto a portare la qualità al di sopra dell’economicità di un lavoro. L’idea della Tessera unica nell’edilizia svilupperebbe il settore proprio in questo senso, permettendo che le nostre professionalità […] apportino sul campo internazionale le competenze utili a una sua gestione responsabile. […]

Si tratta di capire se una semplice idea può diventare il presupposto per lavorare tutti quanti insieme verso il cambiamento d’immagine del settore, avvalorando l’edilizia come una realtà professionale valida, pure perché oggi, più che mai, l’innovazione tecnologica fa del cantiere un luogo di produzione complesso. […]

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