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N 3/20 febbraio
Intervento istituzionale
Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

Contrattazione e welfare

Estratto del discorso del Professor Tiziano Treu, Presidente CNEL

Tiziano Treu, Presidente CNEL

La Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza è stata un’anticipatrice storica in tema di welfare


[…]

La contrattazione collettiva che regola il lavoro di questo settore è sempre stata anticipatrice in due direzioni:

la prima, anzitutto, è sempre stata una forma di relazione continuativa, stabile, […] basata su legami di fiducia reciproca, di lealtà, certo c’è stato anche il conflitto […] però, guardate che questo non si verifica nella generalità delle realtà italiane. Purtroppo abbiamo avuto delle relazioni sindacali difficili in molta parte della nostra storia che non hanno permesso di costruire nel tempo rapporti stabili. Invece, soprattutto adesso, […] io credo che l’insegnamento della storia della contrattazione collettiva di questo settore sia fondamentale.

Per fare delle cose positive in un mondo complicato non si può improvvisare […] è fondamentale costruire nel tempo una serie di relazioni stabili, possibilmente collaborative, pur con qualche confronto.

Non è così nelle altre categorie che hanno storie spezzettate, turbolente, molto conflittuali. Però, adesso, se guardiamo in avanti, il futuro dell’economia, delle tecnologie sarà complicato. […] Con le difficoltà che ci sono, con le pressioni competitive, o noi veramente costruiamo le cose insieme, facciamo un investimento collaborativo o altrimenti è male per tutti. Questo è il primo insegnamento, pur con le varianti del caso.

Seconda [direzione]. Sempre sulla contrattazione. […]. Voi avete sempre avuto una contrattazione territoriale. Anche questa è un’eccezione. L’Italia ha, come altri Paesi, una contrattazione su due livelli: nazionale e aziendale, con una difficoltà di coordinamento. La contrattazione nazionale dà delle regole comuni a tutto il settore e la contrattazione aziendale cerca di specificare, di dare soluzioni vicine alla realtà. Beh, nel vostro settore c’è sempre stata. […]. Il vostro è stato un sistema con la contrattazione provinciale fondamentale. È chiaro perché voi avete una realtà produttiva nobile, piccola, spesso frammentata; quindi avere una base territoriale è essenziale. Oltre tutto permette – anche questa è una novità – di legare le cose che si fanno nelle aziende, nei cantieri con la realtà territoriale. Guardate che noi in Italia, in generale, non ci siamo ancora su questo. […] In Italia ci sono 4 milioni di imprese, il 95% sono piccole o piccolissime, anche in settori diversi dal vostro. Con la contrattazione aziendale non li prendiamo tutti. Infatti, se guardiamo i dati, siamo sul 30%, sul 20%, dipende dal settore. Se vogliamo che il modo di regolare le condizioni di lavoro collettive raggiunga tutti, l’unica via è la contrattazione territoriale. […] Secondo me voi l’avete sempre usata, l’avete rinnovata … attenzione una contrattazione provinciale territoriale coordinata dal livello nazionale. Non è che ognuno fa per sé. […] Anche qui il coordinamento nel sistema italiano non ha sempre funzionato molto bene […]. Altro insegnamento.

[…]

La seconda area su cui avete una storia importante, veramente eccezionale, è il welfare. Non solo perché nelle origini voi siete stati degli anticipatori; cioè, le varie assicurazioni sui rischi e sui bisogni sociali non sono venute dallo Stato. Sono venute dal sistema mutualistico, non solo nel vostro settore, anche in altri; però nel vostro settore abbiamo visto il tema della disoccupazione, della malattia, dell’infortunio. Si tratta, quindi, di un’anticipazione storica.

Adesso tutti hanno scoperto il welfare aziendale, integrativo. Si è visto che il welfare pubblico, fondamentale perché dà la copertura ai bisogni essenziali, va integrato perché ci sono bisogni nuovi, molto personalizzati e il sistema pubblico non raggiunge tutti.

[…]

Dalle ultime indagini svolte al CNEL con la collaborazione del Ministero del Lavoro è emerso che su 40.000 circa contratti aziendali che censiamo, 7-8.000 si occupano di welfare aziendale, cioè di integrare il welfare pubblico con vari benefici che possono spaziare da aiuti alla famiglia per l’educazione, alla mobilità collettiva, all’integrazione della sanità, della pensione, eccetera.

Questa è una cosa che è diventata molto comune. È una frontiera del futuro e voi l’avevate cominciata da tempo e adesso tutti la stanno seguendo.

Problema e concludo […].

Le Casse sono diventate un agente anche di servizio pubblico: il controllo del DURC, il controllo della legalità e un centro di servizi: di formazione (ad esempio). Anche di servizi burocratici. Troppi. Troppa burocrazia ovunque, anche da voi. Il futuro anche del sindacato come gestisce il bisogno di servizi? Questo mondo complicato fa sì che tutti i diritti scritti nelle leggi non servono se non vi hai l’accesso. […] L’accesso ai diritti si ha attraverso dei servizi che ti vengono resi […] da centri di servizi e voi siete un centro di servizi.

Perché problema. Qual è l’equilibrio tra un centro di servizi, un attore del welfare, uno strumento di contrattazione. Questo è un dibattito che vedo anche in altri settori sindacali. Se esagerate coi servizi, con la burocrazia, rischiate di perdere il filo? Il futuro ha bisogno di servizi? Ha bisogno di welfare? Voi siete una parte. Interrogatevi come su come svolgere questa funzione in futuro.

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